Analisti e studiosi lo hanno ormai ampliamente dimostrato:
uomini e donne sono diversi.
Non solo comunicano in modo diverso, ma pensano, sentono,
reagiscono, amano, percepiscono e giudicano secondo differenti modalità.
Quello che non è ancora così chiaro, a volte, è come una
donna possa valorizzare queste differenze, trasformandole in valore aggiunto
nell’ambito della propria professione.
Si chiede infatti alle donne di essere dolci, servizievoli e
docili. Ma al contempo in ambito lavorativo per affermarsi è necessario essere
forti, affermate, vincenti e sicure di sé.
Accade quindi che se neghiamo il nostro polo maschile diventiamo
“femminili”, ma in questo modo il nostro valore rischia di non essere
confermato e riconosciuto dagli altri. Se al contrario neghiamo il nostro polo
femminile, rischiamo di tradire il nostro vero sé e di mettere in campo dei
comportamenti rivolti esclusivamente ad ottenere riconoscimenti esterni.
Come uscire da questo circolo vizioso? Prendendo piena
consapevolezza delle proprie
caratteristiche femminili distintive e rendendole forti e vincenti, invece di
emulare le caratteristiche del
cosiddetto sesso forte e farne una brutta copia.
Per essere più precisa e concreta, qui di seguito
estrapolerò 3 delle innumerevoli caratteristiche distintive delle donne e per
ognuna suggerirò una modalità per renderla vincente in ambito professionale.
1.
Forte
senso di autocritica: l’allenatore di pallavolo argentino Julio Velasco in
un’intervista ha affermato “un uomo fa 10 schiacciate, ne sbaglia 9, ma racconterà
agli amici l’unica schiacciata che ha fatto bene. La donna fa 5 schiacciate, 4
vanno bene, ma si concentrerà sull’unica schiacciata che non è riuscita ad
eseguire come avrebbe voluto”. La capacità di fare autocritica è una
caratteristica che vale oro, che ci consente di essere sempre alla ricerca di
dettagli da curare, di aspetti da migliorare, di errori da correggere. Il mondo
lavorativo ha bisogno del nostro “perfezionismo”, a patto che non lo
trasformiamo nell’equivalente maschile della “competitività”. Non è necessario
sentirsi in dovere di dimostrare costantemente a sé e agli altri di essere le
migliori, di essere sempre all’altezza delle situazioni, di essere le più
performanti. Lasciamo che siano i nostri risultati a dimostrarlo e non i nostri
atteggiamenti o le nostre parole. Lasciamo agli uomini la competizione, noi
concentriamoci sulla “perfezione”!
2.
Propensione alla parola: Alcuni studi hanno
dimostrato che una donna può pronunciare in media un totale di 20.000 parole al
giorno. Mentre la media giornaliera degli uomini si attesta intorno alle 7.000
parole. Circa un terzo di quelle pronunciate dal sesso femminile. La differenza
risulta particolarmente evidente quando, al termine di una giornata, un uomo e
una donna si ritrovano a cena: lui avrà sicuramente già utilizzato tutto il bagaglio di parole
durante la propria giornata lavorativa, mentre lei non ha ancora esaurito la
propria scorta comunicativa. In questi casi, valorizzare il nostro lato
femminile, significa in primo luogo essere consapevoli della differenza
“congenita” e non utilizzarla per
giudicare o sottolineare continuamente questo aspetto del nostro partner, del
nostro collega o del nostro collaboratore. Ricordiamoci che nessuno di noi
vorrebbe avere a che fare con persone che ci fanno sentire sbagliati. In
secondo luogo, approfittiamo per “compensare” in ambito lavorativo questa
piccola mancanza maschile: verso la fine della giornata, proponiamo di
prenderci noi carico di tutte le attività di relazione esterna o di contatto
con il pubblico, in sostituzione o in
supporto agli uomini. La nostra naturale capacità comunicativa sarà di sostegno
a loro e dimostrerà il nostro valore molto di più di mille parole.
3.
Tendenza a sminuirsi. Non c’è nulla da fare: noi
donne non ci sentiamo mai abbastanza belle, mai abbastanza curate, mai
abbastanza in forma, mai abbastanza intelligenti. Spesso questa caratteristica,
spinta all’estremo, porta ad un vero e proprio atteggiamento di scarsa
autostima, che può manifestarsi o in eccessiva insicurezza e fragilità, oppure
in apparente eccessiva sicurezza in se stessa (atteggiamento acquisito
fondamentalmente per nascondere le proprie estreme insicurezze). In questo caso il primo lavoro da fare è
quello di recuperare la nostra autostima: se vogliamo che il mondo lì fuori
comprenda il nostro valore, dobbiamo essere innanzitutto disposte a
riconoscerlo noi stesse, ad apprezzarlo e ad amarlo. Se pensi ad esempio che in
ambito lavorativo stai subendo delle ingiustizie, o che non stai ottenendo i
risultati che vorresti, o che gli altri non comprendono esattamente quanto vali,
è arrivato il momento di fermarsi a riflettere su quanto sto per dirti:
TUTTI NOI
ACCETTIAMO DI SUBIRE CIO’ CHE PENSIAMO DI VALERE!
Quindi, prima di lamentarti
passivamente che gli altri (titolari, clienti, colleghi, responsabili, collaboratori,
ecc) non ti comprendono abbastanza, rispondi a queste 2 semplici domande:
. Quali
sono i 10 motivi per cui pensi di valere di più?
. E cosa stai facendo di concreto per metterli
in atto?
Il mondo del lavoro (e non solo) ha bisogno anche della
nostra parte femminile.
Perciò…valorizziamola e valorizziamoci!